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27.1.11

27 gennaio: per non dimenticare


Bambina dal cappotto rosso


Cos'hai visto, bambina dal cappotto rosso?
Cos'hai sentito, bambina dal cappotto rosso?
Cosa ti hanno fatto, bambina dal cappotto rosso?
Hai visto uomini non più uomini, donne non più donne,
corpi scarnificati, piagati, piegati, violati,
occhi spenti su facce senza più dolore,
occhi opachi stanchi di veder terrore,
ossa, ossa, ossa sepolte nelle fosse
o che camminano trascinando corpi senza più vigore.



E il fumo, l'odore acre della morte,
liberazione per chi soffre e più non spera,
per chi non ha più un nome, un affetto,
una dimora, se non un misero buco
anticipazione della morte.
Dove sono le feste?
Dove sono le risate allegre?
Dov'è il mangiare sull'erba fresca in primavera?
Dov'è il suono dolce di un'armonica?
Dove sono il papà, la mamma, il tuo fratellino grande?
Solo il suono cupo delle sirene risponde ai tuoi pensieri,
solo le grida di uomini torturati, di donne violentate,
solo il pianto di bambini abbandonati nel buio della notte.



È rosso il tuo cappotto,
rosso come il sangue sparso per le strade,
rosso come il viso di uomini ubriachi
che sparano ad altri uomini come fossero bersagli
di un gioco senza regole,
uomini inermi, nudi, senza dignità,
senza un nome, senza più un volto.


Eccolo, è arrivato l'uomo nero,
ha guardato sotto il letto,
ti ha vista, ti ha presa,
grida, bestemmia, ti fa male.

Mordi, graffia, scappa, corri lontano,
oltre il filo spinato,
oltre la cattiveria,
oltre la follia,
oltre il cielo grigio all'orizzonte.

Lui si arrabbia, grida, ti spara, cadi a terra,
una macchia rossa sul tuo cappotto rosso,
la macchia si allarga, si allarga,
è più grande di te quella macchia,
più grande della tua voglia di vivere;
quella macchia ti strappa via la vita
portandoti oltre l'orizzonte grigio
là dove esistono solo cieli azzurri
e verdi prati in primavera.
Il tuo corpo adesso è lì,
insieme a quello di tanti altri,
ammassati, scomposti, disarticolati,
smembrati, dilaniati,
ma non c'è più il tuo cappotto rosso,
dove sarà finito il tuo cappotto rosso?

Io l'ho visto ancora il tuo cappotto rosso,
sulle spalle di altre bambine
in tante altre guerre,
in tante altre lucide follie dell'umanità,
e fino a quando ci sarà un cappotto rosso
macchiato dal sangue di un innocente
l'uomo non sarà guarito dalla sua
spietata, crudele, ignobile follia.

scritta da Vincenzo Rocciolo

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